sabato 29 gennaio 2011

PROGETTO DI TRATTATO POLITICO BREVE

1. In Italia tutto ciò che accade in politica è l’antipolitica.

1.1. L’antipolitica ha come effetto immediato, sul piano mediatico, la sua spettacolarizzazione e la proliferazione della chiacchiera; sul piano pratico-politico, cattiva amministrazione e la completa paralisi di ogni funzione di governo.

1.2. L’antipolitica è in primo luogo negazione della forma partito, cioè, di quella forma di organizzazione come luogo di scambio e di sintesi di idee e interessi collettivi.

1.3. L’antipolitica è, dunque, negazione del concetto di bene comune: i soggetti protagonisti dell’antipolitica mettono al primo posto il proprio personale interesse.

1.4. L’antipolitica al governo, che è forma approssimativa e contingente di governo, lascia campo libero all’economicismo. L’agire politico diviene del tutto subalterno all’agire economico. La quasi autoreferenzialità del governo economico conduce inevitabilmente alla crisi ed è proprio nella crisi che si manifesta nella forma più chiara questa subalternità, rintracciabile nelle azioni a salvaguardia degli interessi economico-finanziari.

2. L’antipolitica è l’ideologia delle destre al governo.

2.1 La destra nel mondo come in Italia non ha sogni, ma ne crea di falsi: è pura difesa dell’esistente e opera per la conservazione dello status quo.

2.2 In Italia l’antipolitica si configura come politica degli affari.

2.3 Un regime democratico di destra, che si ispira all’antipolitica, si regge sulla dittatura dell’elettore mediano (vedi il corrispondente Teorema).




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Il destino dell’antipolitica, in assenza di una dialettica democratica maggioranza-opposizione, è l’implosione sistemica...non senza manifestazioni di arroganza e, in casi estremi, di violenza...

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