domenica 22 maggio 2011

The Italian economic outlook


Noi non crediamo agli oracoli per questo riteniamo che il recente rapporto negativo sull’Italia di Standard & Poor’s, dove, in sintesi,  si afferma che "I fondamentali creditizi dell'Italia sono relativamente deboli ma non si stanno deteriorando ed esistono ampi spazi di manovra per migliorarli con riforme strutturali e ulteriori correzioni fiscali", vada appunto considerato in una giusta prospettiva che ci spinge ad individuare più fondamentali e gravi ragioni di declassamento.

L’antipolitica governa l’Italia da almeno un quindicennio. L’antipolitica, per definizione, è un metodo di governo della cosa pubblica che esclude l’interesse generale  a favore di quello individuale. La sua lunga durata ha favorito la formazione e il consolidamento di  gruppi di interesse che si sono insediati nei  gangli vitali della società, esercitando comando politico, economico ed egemonia culturale, il tutto senza principi. Ogni ipotesi di riforme strutturali, nella prospettiva dell’interesse  comune e   della modernizzazione del paese, è stata espunta dal panorama delle scelte politiche fondamentali. Ora siamo giunti ad un punto di svolta, alla necessità di una  transizione rapida; ad una situazione che  presenta gravi rischi.

Sul piano economico, vige uno stato di paralisi dovuto, tra l’altro,  alla mancanza  di una politica economica all’altezza della gravità della crisi finanziaria internazionale e dei suoi riflessi interni.

Nella società italiana prevalgono, ad ogni livello, nel pubblico come nel privato,  interessi corporativi  che godono di posizioni di rendita, che riducono gli  spazi di manovra e ostacolano qualsiasi  politica di riforme.

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